giovedì 25 febbraio 2010

Cultura: studenti della scuola dell'obbligo scarsi' in italiano (2)

(Adnkronos) - Il convegno si aprira' alle 10 con il saluto dell'Ambasciatore Bruno Bottai, Presidente della ''Dante''. Seguiranno, con il coordinamento del Segretario Generale Alessandro Masi, tra gli altri, gli interventi di Anna Piperno (Ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca) su 'Italiano, disciplina di frontiera', di Elena Ugolini (Consiglio di indirizzo dell'Invalsi) su 'Le rilevazioni esterne degli apprendimenti realizzate dall'Invalsi'e la ricorrezione delle prove di italiano nell'esame di Stato', di Nicola De Blasi (Universita' degli Studi di Napoli ''Federico II'') su 'L'italiano a scuola dall'Unita' a oggi', di Luca Serianni (Universita' degli Studi ''La Sapienza'', Roma) su 'Qualche riflessione sul testo di grammatica per le scuole'.
Nel pomeriggio, dopo il laboratorio di valutazione della prova di italiano, con la supervisione di Luca Serianni, e l'illustrazione di uno spazio per gli insegnanti sul sito Internet della Societa' Dante Alighieri (www.ladante.it), sara' presentato - alle ore 17 - il volume di Luca Serianni e Giuseppe Benedetti, Scritti sui banchi. L'italiano a scuola tra alunni e insegnanti (Carocci, 2009).

lunedì 22 febbraio 2010

MISTICANZE. PAROLE DEL GUSTO, LINGUAGGI DEL CIBO

Sarà presentato mercoledì 24 febbraio prossimo alle ore 17.30 a Roma,
presso la sede della Società Dante Alighieri (piazza Firenze 27), il libro di Gian Luigi Beccaria, Misticanze. Parole del gusto, linguaggi del cibo (Garzanti).
Interverranno Tullio De Mauro, Enzo Golino e Luca Serianni

Sarà presentato mercoledì 24 febbraio prossimo alle ore 17.30 a Roma, presso la sede della Società Dante Alighieri (Palazzo Firenze, piazza Firenze 27), il libro di Gian Luigi Beccaria, Misticanze. Parole del gusto, linguaggi del cibo (Garzanti). All’incontro, coordinato da Enzo Golino, interverranno Tullio De Mauro e Luca Serianni. La cucina ha scatenato da sempre invenzioni e fantasie, sorpresa e spettacolo. Il cibo è nomenclatura, varianti, ricchezze verbali. Contrassegna identità culturali, religiose, di classe, è prescrizione, divieto, comportamento. Intorno a questi temi Gian Luigi Beccaria, infaticabile esploratore della lingua e della letteratura (da Cervantes a Gadda, da Folengo a Joyce, da Belli a Calvino), mette in tavola gran messe di parole del cibo e intorno al cibo, attraverso un viaggio compiuto tra la selva dei nomi regionali e le mille varianti dialettali, tra i nomi del pane, le denominazioni locali dei dolci e i cibi di strada, tra i nomi dei frutti, delle carni, e i nomi di vini e vitigni, rari, recuperati, scomparsi… Il tutto ricomposto in saporite e imprevedibili Misticanze, in pagine di festa, di colori, profumi, sapori, piaceri.

Gian Luigi Beccaria, storico della lingua e critico letterario, è autore di numerosi saggi, tra i quali, pubblicati da Garzanti, si ricordano Italiano. Antico e nuovo (1988), Le forme della lontananza (1989), Sicuterat. Il latino di chi non lo sa (1999), Tre più due uguale a zero. La riforma dell’Università da Berlinguer alla Moratti (2004) e Per difesa e per amore. La lingua italiana oggi (2006).

ROMA: SESTO APPUNTAMENTO CON I GIOVEDÌ DELL’ARTE IN PALAZZO FIRENZE. INCONTRO SU ROBERTO LONGHI E GABRIELE D’ANNUNZIO

Giovedì 25 febbraio alle ore 17.30 presso la Sede Centrale della Società Dante Alighieri,
in Palazzo Firenze (Piazza Firenze 27, Roma), si svolgerà il sestto incontro del ciclo di conferenze dedicato agli storici dell’arte italiani: Silvia Benassi parlerà sul tema “Roberto Longhi. L’occhio del conoscitore”.
Seguirà l’intervento di Annamaria Andreoli su D’Annunzio e la critica figurativa.

Sesto appuntamento con i “Giovedì dell’Arte” di Palazzo Firenze: giovedì 25 febbraio prossimo alle ore 17.30 a Roma, presso la Sede Centrale della Società Dante Alighieri (piazza Firenze 27), per il ciclo “L’occhio del critico. Storia e storie dell’arte”, si parlerà di Roberto Longhi. Interverranno Silvia Benassai (Università di Firenze - Fondazione Longhi) sul tema “Roberto Longhi. L’occhio del conoscitore”, e Annamaria Andreoli (Università della Basilicata) su “D’Annunzio e la critica figurativa”.

Silvia Benassai, allieva di Mina Gregori, si è laureata presso l’Università degli Studi di Firenze con una tesi sul pittore seicentesco toscano Felice Ficherelli. Ha proseguito i suoi studi sul Seicento fiorentino discutendo una tesi di dottorato su Onorio Marinari. Ha pubblicato saggi e articoli su riviste specializzate, tra cui Paragone e gli Annali del Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo dell’Università di Firenze. Affianca l’attività presso la Fondazione di Studi di Storia dell’Arte di Firenze, dove si occupa dell’archivio fotografico, alla ricerca e all’attività didattica: ha tenuto per un biennio il corso di Storia dell’arte barocca presso la Scuola di
Specializzazione in Storia dell’arte dell’Università di Firenze e attualmente, nello stesso ateneo, è titolare del corso di Storia dell’arte presso il corso di laurea in Tecnologia e Restauro dei Beni Culturali della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali.

Annamaria Andreoli insegna Letteratura italiana moderna nell’Università della Basilicata. Si è a lungo occupata di d’Annunzio, curandone l’edizione di Tutte le opere nella collana “I Meridiani” di Mondadori. Sempre con Mondadori ha pubblicato nel 2000 Il vivere inimitabile, una biografia dello scrittore più volte ristampata. Dal 1997 al 2008 ha diretto “Il Vittoriale degli Italiani”, la casa-museo di d’Annunzio.
Collabora con il Ministero per i Beni Culturali presso il quale è stata distaccata dal 1993 al 1997 con l’incarico di censire le superstiti biblioteche di numerosi scrittori, ambito nel quale ha promosso e curato una serie di mostre (Pascoli, Pirandello, Verga, Ungaretti, Manzoni, Svevo, Bassani, Brancati, Longanesi, Carducci). Attualmente è membro della Consulta per le Edizioni e i Comitati nazionali. Collabora con il Corriere della Sera e con il domenicale del Sole 24 ore. È grande Ufficiale al Merito della Repubblica.

martedì 16 febbraio 2010

ROMA: QUINTO APPUNTAMENTO CON I GIOVEDÌ DELL’ARTE IN PALAZZO FIRENZE. INCONTRO SU CESARE BRANDI

Giovedì 18 febbraio alle ore 17.30 presso la Sede Centrale della Società Dante Alighieri,in Palazzo Firenze (Piazza Firenze 27, Roma),si svolgerà il quinto incontro del ciclo di conferenze dedicato agli storici dell’arte italiani: Massimo Carboni e Chiara Barbato parleranno di Cesare Brandi.
Per l’occasione saranno presentate alcune lettere che G.C. Argan inviò a Brandi negli anni ’30 e ’40

Quinto appuntamento con i “Giovedì dell’Arte” di Palazzo Firenze: giovedì 18 febbraio prossimo alle ore 17.30 a Roma, presso la Sede Centrale della Società Dante Alighieri (piazza Firenze 27), per il ciclo “L’occhio del critico. Storia e storie dell’arte”, si parlerà di Cesare Brandi. Interverranno Massimo Carboni (Università di Viterbo - Accademia di Firenze) sul tema “Cesare Brandi intellettuale europeo”, e Chiara Barbato (Storico dell’arte) su “Brandi e il restauro”. Per l’occasione saranno presentate alcune lettere che Giulio Carlo Argan inviò negli anni Trenta a Cesare Brandi, vive testimonianze del rapporto di amicizia e stima che legò i due grandi storici dell’arte.


Massimo Carboni insegna Estetica all’Università della Tuscia e all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha collaborato come co-curatore e come autore di saggi in catalogo alle edizioni del 1993 e del 1997 della Biennale di Venezia. Ha pubblicato L’Impossibile critico. Paradosso della critica d’arte (Roma, 1985); Cesare Brandi. Teoria e esperienza dell’arte (Roma, 1992; 2004); Il Sublime è Ora. Saggio sulle estetiche contemporanee (Roma, 1993; 2003); Non vedi niente lì? Sentieri tra arti e filosofie del presente (Roma, 1999; 2005); L’ornamentale. Tra arte e decorazione (Milano, 2000); L’occhio e la pagina. Tra immagine e parola (Milano, 2002); La mosca di Dreyer. L’opera della contingenza nelle arti (Milano, 2007); Di più di tutto. Figure dell’eccesso (Roma, 2009). Ha curato la seconda edizione di Cesare Brandi, Teoria generale della critica (Roma, 1998).

Chiara Barbato si è laureata presso la I Cattedra di Storia dell’Arte Moderna dell’Università “La Sapienza” di Roma. Dal 2001 collabora con la Società Dante Alighieri. Ha scritto diversi saggi e curato mostre sulla cultura figurativa e sull’architettura italiana del Novecento. Ha collaborato con quotidiani e riviste specialistiche. È operatrice di restauro dei beni architettonici e al tema del restauro ha dedicato progetti didattici e conferenze.

lunedì 15 febbraio 2010

Un saggio rivela i segreti dei «dodici saggi» della critica d'arte italiana di Redazione


In libreria edito da Vallecchi il raffinato volume «L'occhio del critico». Obiettivo ambizioso: ricostruire la vita dei più grandi storici dell'arte degli ultimi due secoli e mettere a nudo il loro metodo di indagine a servizio dell'arte. Ricostruire la vita dei più grandi storici dell'arte dell'Ottocento e del Novecento. Ripercorrere le fasi salienti dei loro studi e dei loro scritti. Mettere a nudo il loro metodo di indagine a servizio dell'arte. Questi gli obiettivi del volume L'occhio del critico. Storia dell'arte in Italia tra Otto e Novecento, (252 pagine, 28 euro) curato dallo storico e critico d'arte Alessandro Masi, segretario generale della Società Dante Alighieri, per le edizioni Vallecchi e pubblicato nella collana «Studi». Il volume presenta un lungo e articolato percorso che mette in luce la vita dei maggiori critici e storici dell'arte italiana. Un percorso che, mano a mano, disegna il ritratto della loro personalità studiando le loro interpretazioni e ricerche.
Sulla scena emergono le figure di dodici grandi critici dell'arte, da Carlo Giulio Argan a Giuliano Briganti, da Federico Zeri a Roberto Longhi per arrivare fino a Cesare Brandi, «lo storico filosofo». Intellettuali che, con il loro impegno, hanno contribuito a riscrivere la storia dell'arte italiana. Nei diversi saggi vengono proposti i disegni di Giovan Battista Cavalcaselle composti a memoria sui taccuini e le fotografie di Adolfo Venturi considerate come inequivocabile «testo a fronte». Ampio spazio viene dedicato al concetto di «critica d'arte» introdotto dal figlio di Venturi, Lionello. Elementi che compongono un ricco mosaico elaborato grazie al lavoro di ricerca dei diversi studiosi ai quali è stato affidato il compito di svelare la vita dei dodici critici.

venerdì 12 febbraio 2010

DANTE IN EUROPA: LA FORTUNA DEL SOMMO POETA NELLA TERRA DI CAMÕES

Quinto appuntamento del ciclo “Dante in Europa”: dopo gli incontri dedicati ai rapporti tra Dante Alighieri e Francia, Germania, Spagna e Inghilterra, martedì 16 febbraio alle ore 17 in Palazzo Firenze a Roma (Piazza Firenze, 27) Monica Lupetti parlerà delle relazioni tra il Sommo Poeta e il Portogallo

Il ciclo “Dante in Europa” - curato da Walter Mauro, critico letterario, e Lucia Caravale, Vicepresidente del Comitato della Società Dante Alighieri di Roma - proseguirà martedì 16 febbraio alle ore 17 presso la Sede Centrale della “Dante” (piazza Firenze 27, Roma) con l’intervento di Monica Lupetti (Università degli Studi di Bari), sul tema “Dante e il Portogallo”, patria di Luis Vaz de Camões, considerato il più grande poeta portoghese di sempre.
Dopo aver confrontato la fortuna critica di Dante nel corso dei secoli, dal Trecento al Duemila, il Comitato romano - con il supporto dei maggiori dantisti viventi - sta tracciando un quadro più vasto e pregnante della fortuna critica del Sommo Poeta lungo i percorsi che attraversano l’Europa: ciò vuol dire osservare, alla luce di una documentazione critica dei maggiori esperti di letteratura europea fino all’area slava, in quale misura le più varie e difformi culture hanno accolto un’analisi così precisa e puntuale dei vizi umani e del valore.
La “Dante” ha così interpellato i maggiori esperti dei vari Paesi sul Poeta fiorentino, all’interno di aree culturali presenti e operanti in Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Inghilterra, Belgio e Paesi Bassi, oltre che negli spazi serbo-croati e della nuova Russia.

martedì 9 febbraio 2010

INCONTRO SU CARLO LUDOVICO RAGGHIANTI ED EUGENIO MONTALE

ROMA: QUARTO APPUNTAMENTO
CON I GIOVEDÌ DELL’ARTE IN PALAZZO FIRENZE.
INCONTRO SU CARLO LUDOVICO RAGGHIANTI
ED EUGENIO MONTALE

Giovedì 11 febbraio alle ore 17.30 presso la Sede Centrale della Società Dante Alighieri,
in Palazzo Firenze (Piazza Firenze 27, Roma),
si svolgerà il quarto incontro del ciclo di conferenze dedicato agli storici dell’arte italiani:
Luciano Canfora e Sveva Battifoglia parleranno di Carlo Ludovico Ragghianti.
Seguirà l’intervento di Marcello Ciccuto sui rapporti tra Montale e le arti figurative

Quarto appuntamento con i “Giovedì dell’Arte” di Palazzo Firenze: giovedì 11 febbraio prossimo alle ore 17.30 a Roma, presso la Sede Centrale della Società Dante Alighieri (piazza Firenze 27), per il ciclo “L’occhio del critico. Storia e storie dell’arte”, si parlerà di Carlo Ludovico Ragghianti e dei rapporti tra Eugenio Montale e le arti figurative. Interverranno Luciano Canfora (Università di Bari) sul tema “Carlo Ludovico Ragghianti. Un critico d’arte in lotta per la libertà”, Marcello Ciccuto (Università di Pisa) su “Immagini e figure d’arte nella cultura poetica di Montale”, e Sveva Battifoglia su “Il carteggio inedito Ragghianti - Parri”.

“Giovedì dell’ Arte”


Roma, 28 gennaio ’10 (Fuoritutto) Nella storica sede di Piazza Firenze, vicino al Parlamento, sono ripresi i “Giovedì dell’ Arte”: gli attesi appuntamenti settimanali su temi d’ arte e cultura organizzati periodicamente dalla “Società Dante Alighieri”, l’ente – fondato, nel 1889, da Giosuè Carducci – che da centoventi anni promuove la diffusione della lingua e della cultura italiane nel mondo.
Centrato sul tema de “L’occhio del critico” ( “Storia e storie dell’arte”), il ciclo di conferenze 2010 s’ è aperto con la presentazione dell’omonimo libro, raccolta di saggi su grandi storici dell’arte italiani tra Otto e Novecento opera di Autori vari, e curato da Alessandro Masi, storico dell’arte e segretario generale della “Dante” ( Firenze, Vallecchi, 2009). Dopo il saluto del presidente della “Dante”, ambasciatore Bruno Bottai ( e figlio di quel ministro fascista dell’ Educazione Nazionale cui si deve la storica legge del 1939 sulla tutela dei beni artistici e culturali, rimasta purtroppo per decenni nel cassetto dei burocrati), sono intervenuti Rossella Vodret, Sovrintendente al Polo Museale Romano, Salvatore Italia, Capo del Dipartimento per i Beni Archivistici e Librari del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, gli studiosi d’arte Peter Glidewell e Chiara Barbato, e, come relatrice, Donata Levi, docente di Storia dell’ Arte all’Università di Udine.
“Questa raccolta di saggi curata da Masi – ha detto Salvatore Italia – è di grande interesse anche per i documenti pubblicati: come ad esempio, la memoria inviata, nell’agosto 1862, all’allora ministro della Pubblica Istruzione, Matteucci, da uno storico dell’arte come Giovan Battista Cavalcaselle con osservazioni attualissime sulla necessità d’un profondo riordinamento delle Accademie e di tutta l’amministrazione delle Belle Arti, per evitare il degrado del Belpaese a Far-West dell’arte, percorso da trafficanti internazionali senza scrupoli. Ed è significativo, inoltre, che molti degli storici dell’arte ricordati nel volume – dallo stesso Cavalcaselle a Pietro Toesca, da Giovanni Previtali al “bastian contrario” Federico Zeri – furono anche funzionari delle Belle Arti”. “Diversamente, purtroppo, che al giorno d’oggi”, ha osservato Peter Glidewell “ quando ( con l’eccezione di Claudio Strinati, predecessore di Rossella Vodret alla guida del Polo Museale di Roma, da poco chiamato ai massimi vertici del ministero, N.d.R.), al Ministero per i Beni e le Attività Culturali non c’è più un solo Direttore Generale che sia storico dell’arte”.
“Nel curare questa raccolta di saggi – ha precisato Alessandro Masi - sono partito dalle osservazioni d’uno studioso come Antonio Paolucci, già Sovrintendente Speciale al Polo Museale Fiorentino, sulla morte di Giovan Battista Tiepolo ( 1770 ) come fine anche del primato italiano nelle arti e nella stessa critica d’arte, mettendole parzialmente in discussione. E ho dato speciale rilievo a quello che i vari storici dell’arte han fatto per la tutela del nostro patrimonio e lo sviluppo del restauro conservativo, al posto di tanti pessimi restauri ‘di rinnovamento’ fatti nell’ 800”.
(Bri)

sabato 6 febbraio 2010

La Dante Alighieri rinasce online con AM Newton21














Una piattaforma multi-blogging denominata Pagine della Dante, trasposizione online della storica pubblicazione della Società Dante Alighieri potenziata con le più ampie funzionalità di interazione e condivisione; una web-tv al servizio della lingua e cultura italiane chiamata Media Dante; e infine La Dante insegna, sezione con podcasting audio video (presto disponibile anche su iTunes) dedicata alla didattica ed alle varie attività organizzate dalla Dante in tutto il mondo. 
Questi i pilastri portanti del nuovo portale della Lingua e Cultura italiane ladante.it ideato e sviluppato dalla web unit di AM Newton21, l’agenzia di Gabriella Ambrosio e Luca Maoloni.

Il sito vuole essere, oltre che il punto d’incontro privilegiato per avviare e presidiare un dibattito aperto al confronto sui temi della lingua e cultura italiane, intese come capisaldi del sistema identitario di un Paese, anche un’eccezionale occasione per le aziende che hanno interessi internazionali per acquisire visibilità nei confronti di un pubblico di alto profilo sparso in tutto il mondo.

venerdì 5 febbraio 2010

ZANG SUD SUD

ZANG SUD SUD e OMAGGIO A UMBERTO BOCCIONI PROROGATE FINO AL 20 MARZO 2010

La mostra, ospitata al Museo del Presente, dal titolo Zang Sud Sud, Boccioni Balla Severini e il Futurismo Meridionale, a cura dei critici d’arte Tonino Sicoli e Alessandro Masi, ha l’intendo di raccontare attraverso quasi 100 opere, il percorso e l’evoluzione che il movimento del Futurismo vive in Italia, attraverso l’estro creativo di importanti artisti come Boccioni, Balla Severini, Soffici, Notte,Benedetto, Marasco, Benedetta, Dottori, Prampolini, Depero, Oriani, Tato, Sironi e tanti altri ancora che con la loro arte riuscirono a far rivivere “Il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune elettrice” oppure ad inneggiare il progresso e la modernità attraverso
“stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano” e il “volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera”; bandiera di quella giovane Italia che con fatica, ma anche con tanto coraggio costruiva la sua storia e la sua identità.

Il percorso della mostra, racconta con particolare interesse l’evoluzione e la traiettoria che il “treno” futurista percorrerà per giungere a quello che sarà definito il Secondo Futurismo, che muoverà i primi passi dal ventidue di settembre del 1929 data della pubblicazione del manifesto dell’Aeropittura. Dalle Velocità terrestri a cui i futuristi guardavano ( Cavallo, Automobile, Treno), gli interpreti del secondo Futurismo si interessano all’esperienza del volo, ad una nuova prospettiva dove “Il tempo e lo spazio vengono polverizzati dalla fulminea constatazione che la terra corre velocissima sotto l'aeroplano immobile”

Il Progetto fortemente voluto e sostenuto dall’On. Sandro Principe, si avvale della presenza e della collaborazione della Regione Calabria, dalla Provincia di Cosenza, dal Comune di Rende, dal Comune di Rogliano, dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro ed è patrocinato dalla Società Dante Alighieri, dalla Fondazione Passarè di Milano, dall’Inner Weel di Cosenza e dalla Fidapa di Rende. Il progetto e l’organizzazione sono a cura del Centro per l’Arte e la Cultura “A. Capizzano” / Museo d’arte dell’Otto e Novecento di Rende.

Zang Sud Sud si appresta in questo modo a celebrare il centenario della nascita del futurismo, in modo del tutto originale, ponendo l’attenzione sul Mezzogiorno e i suoi artisti più creativi che si lasciarono contagiare da questa nuova vitalità creativa che trovò spazio in tutti i campi; dalla poesia alla letteratura, alla musica con la nascita degli intonarumori di Russolo, per passare al cinema, all’architettura e al teatro con le Serate Futuriste.

La mostra, diventa in questo modo, una buona occasione per poter guardare il “dietro le quinte” della nostra storia e della nostra cultura.

Nei 120 anni della società Dante Alighieri è stato approvato il bilancio 2009

Si è svolta lo scorso week-end nella sede di Via Migliorati, 2 (Palazzo Paccarone), l'assemblea dei soci della Dante Alighieri Comitato di Fermo per l'approvazione del bilancio del 2009. Nella sua relazione, il Presidente, rag. Niccola Campofiloni, ha ricordato le numerose e qualificate iniziative prodotte per celebrare il 120° anno di esercizio. Il Comitato di Fermo infatti è sorto il 24 luglio 1889. L'evento principale, sui 10 realizzati complessivamente, è stato senz'altro il Convegno sui 100 anni dal Futurismo, che ha visto, tra gli altri, la partecipazione del Segretario Generale della Dante Alighieri, prof. Alessandro Masi e del prof. Enrico Elli dell'Università Cattolica di Milano. Alternando relatori di fama nazionale, come ad esempio lo scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami e la giornalista Cinzia Tani ad eminenti figure in ambito locale, come il dirigente del Liceo Annibal Caro, prof. Ciro Bove, l'arch. Massimo Temperini, il prof. Alberto Cintio, lo scrittore fermano Angelo Ferracuti, il dott. Giovanni Zamponi, il prof. Stefano Papetti e la prof. Guglielmina Rogante, l'attività è spaziata dalla presentazione di saggi e romanzi, alla figura del Botticelli, a "Lecturae Dantis", allo studio delle meridiane ed orologi solari, alla lettura di poesie commentate accompagnate dall'esecuzione di brani musicali, da parte di docenti e allievi del Conservatorio Pergolesi di Fermo. E'stato anche organizzato per il secondo anno consecutivo, con la collaborazione del Comune di Fermo e dell'Ente Universitario del Fermano, il corso PLIDA (Programma Lingua Italiana Dante Alighieri) Italiano per stranieri, cui hanno preso parte 10 allievi di diverse nazionalità. Il corso si è articolato su due settimane di lezione nella prima metà di agosto per 40 ore complessive in aula. Da un punto di vista economico, il bilancio si chiude con un modesto attivo, grazie soprattutto al contributo di alcuni sponsor. Gli iscritti hanno avuto un incremento di 36 unità, raggiungendo la cifra di 241 soci ordinari, più 60 studenti.. E' aperta la campagna di tesseramento 2010. Il costo annuale della tessera di socio ordinario è di 30 €. Per informazioni e contatti tel. 0734244666, e-mail info@dantealighierifermo.it, sito internet www.dantealighierifermo.com

La Dante Alighieri sempre protagonista

Fermo, si è svolta lo scorso week-end nella sede di Via Migliorati, 2 (Palazzo Paccarone), l’assemblea dei soci della Dante Alighieri Comitato di Fermo per l’approvazione del bilancio del 2009. Nella sua relazione, il Presidente, Niccola Campofiloni, ha ricordato le numerose e qualificate iniziative prodotte per celebrare il 120° anno di esercizio. Il Comitato di Fermo infatti è sorto il 24 luglio 1889. L’evento principale, sui 10 realizzati complessivamente, è stato senz’altro il Convegno sui 100 anni dal Futurismo, che ha visto, tra gli altri, la partecipazione del Segretario Generale della Dante Alighieri, Alessandro Masi e Enrico Elli dell’Università Cattolica di Milano. Alternando relatori di fama nazionale, come ad esempio lo scrittore e sceneggiatore Vincenzo Cerami e la giornalista Cinzia Tani ad eminenti figure in ambito locale, come il dirigente del Liceo Annibal Caro, Ciro Bove, Massimo Temperini, Alberto Cintio, lo scrittore fermano Angelo Ferracuti, Giovanni Zamponi, Stefano Papetti e Guglielmina Rogante, l’attività è spaziata dalla presentazione di saggi e romanzi, alla figura del Botticelli, a “Lecturae Dantis”, allo studio delle meridiane ed orologi solari, alla lettura di poesie commentate accompagnate dall’esecuzione di brani musicali.
Infotel. 0734244666, e-mail info@dantealighierifermo.it, sito internet (www.dantealighierifermo.com).

Premio letterario "Città di Castello"

PREMIO LETTERARIO “CITTA’ DI CASTELLO” 
IV edizione 2010
 
Segreteria del Premio edimond srl - casella postale 178 06012 città di castello (PG)
tel. 075 8521451 - telefax 075 8520907
e-mail: edimond@edimond.comIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
www.premioletterariocdc.it

REGOLAMENTO:
Art. 1  La Edimond srl, con sede sociale in Città di Castello cap 06012 (Perugia), in via R. Morandi 25 – Tel. 075/8521451, indice la IV edizione del Premio Letterario “Città di Castello”, riservato ad opere inedite.
  
Art. 2  Il concorso, a tema libero, è diviso in tre sezioni: Narrativa, Poesia e Saggistica. I lavori, su formato max A4, dovranno essere necessariamente scritti a macchina o a computer: non vengono pertanto accettati manoscritti.
La quantità di cartelle A4 (circa 2000 caratteri) per la narrativa dovrà essere tra un minimo di 60 - massimo 160, per la saggistica il quantitativo minimo dovrà essere di 80 - massimo 250 cartelle, mentre per la poesia il quantitativo minimo accettato sarà di 40 liriche per un massimo di 80.
  
Art. 3  I concorrenti dovranno far pervenire, entro e non oltre il 30 aprile 2010, a mezzo posta o anche a mano, presso la sede della casa editrice (faranno fede il timbro postale o la ricevuta rilasciata dalla Edimond), un plico chiuso contenente:
 
1) n. 3 copie dell’opera in formato cartaceo;
2) copia dell’opera su floppy disk o su CD;
3) breve lettera di presentazione dell’Autore;
4) dati anagrafici completi con l’indicazione della fonte
    da cui è stata appresa la notizia del concorso;
5) attestato dell’avvenuto pagamento di 40,00 sul Conto Corrente Postale n. 14662068 intestato a Edimond srl, indicando quale causale: partecipazione “Premio Letterario Città di Castello” – IVa Edizione.
  
Art. 4  Composizione della Giuria ...

giovedì 4 febbraio 2010

NATI PER LE NOTE







ROMA: DOMANI IL TERZO APPUNTAMENTO
CON I GIOVANI MUSICISTI
IN CONCERTO IN PALAZZO FIRENZE
 
Domani 5 febbraio alle ore 17.30 presso la Sede Centrale della Società Dante Alighieri,
in Palazzo Firenze (Piazza Firenze 27, Roma), si svolgerà il terzo appuntamento del ciclo di concerti dedicato ai giovani musicisti: Antonio Saturno (Chitarra) eseguirà musiche di Villa Lobos, Piazzolla e Castelnuovo-Tedesco.
È in programma domani 5 febbraio alle ore 17.30, presso la Sede Centrale della Società Dante Alighieri in Palazzo Firenze a Roma (piazza Firenze 27), il terzo appuntamento nell’ambito della rassegna musicale “Nati per le note”, curata da Sabine Frantellizzi e dedicata ai giovani musicisti. Antonio Saturno (Chitarra) eseguirà musiche di Villa Lobos, Piazzolla e Castelnuovo-Tedesco.
“Nati per le note” è un’iniziativa promossa dalla Società Dante Alighieri con l’intento di creare una piattaforma per i giovani talenti della scena musicale italiana, ed è un invito al pubblico e agli operatori culturali a scoprire nuovi artisti.

mercoledì 3 febbraio 2010

“Gli italiani che scelgono un futuro all’estero”

 di Stefano Landi

Quasi quattro milioni, quanti gli stranieri nel nostro Paese. Oltre il 50% ha meno di 35 anni, 60 mila studenti l’anno. Di solito ci si ricorda degli italiani all’estero durante le elezioni politiche, quando il loro voto benché lontano può decidere le sorti del nuovo Parlamento. O durante i Mondiali di calcio, quando si scopre in televisione che sono quelli più attaccati al tricolore. L’italiano dello «spaghetti e mandolino», quello che fa la barba fischiettando O’ sole mio o il Nino Manfredi di Pane e cioccolata, forse non c’è più. Perché come diceva Renzo Arbore “lapizza non è un reato” e così (lentamente) la reputazione italiana all’estero sta cambiando. I cittadini italiani residenti all’estero sono 3.915.767, all’incirca lo stesso numero degli stranieri residenti in Italia (3.891.295). Un equilibrio quasi perfetto, destinato per a cedere nei prossimi anni dato che gli immigrati crescono a un ritmo più accentuato. ll primo dato che salta all’occhio è che dei cittadini italiani oggi sparsi per il mondo un terzo è nato all’estero e più della metà ha meno di 35 anni. Sbiadita quindi l’immagine dell’italiano anzianotto che doveva togliere una consonante al cognome per nascondere l’ascendenza italiana. «Si guarda al fenomeno dell’emigrazione moderna con inspiegabile sufficienza» dice Franco Pittau, referente scientifico della quarta edizione del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes. «I quasi quattro milioni di italiani che vivono all’estero sono un fenomeno per certi versi nuovo e in continua crescita: oggi rappresentano il 6,6 per cento della popolazione italiana». La vera conquista è che l’«italianità» nel mondo oggi è ritenuta un fattore di appeal.
I motivi li spiega Matteo Sanfllippo, docente di Storia moderna all’università della Tuscia e curatore del volume sulle migrazioni della Storia d’italia (Einaudi). «Nel mondo ci vedono come europei e negli stereotipi la Serie B in Europa è diventata quella dell’Est. Gli italiani nati all’estero oggi non si mischiano più con le comunità italo-americane d’una volta, quelle che nei film di Spike Lee erano il gradino più basso dei bianchi: hanno uno stile di vita diverso, vivono tra di loro o si inseriscono nella comunità locale» dice Sanfihippo. Che aggiunge: «Oggi conosciamo bene il livello alto dell’emigrazione, quello di chi si sposta per fare business. Nella moda, le ditte italiane hanno aperto sedi all’estero, nel settore della ristorazione o degli alberghi gli italiani oggi sono i gestori e non più i camerieri». C’è l’ingegnere che va a dirigere un’azienda di software, il banchiere che va per guadagnare il doppio che in Italia o l’universitario che tenta poi di rientrare e ma rinuncia perché il livello scientifico (oltre che lo stipendio) è inferiore. Negli ultimi anni due sono i filoni lavorativi che hanno aperto nuove strade per gli italiani verso l’estero; quello della telefonia che ha fatto muovere molti ingegneri e tecnici italiani e quello del lavoro diplomatico e più in generale legato alle nuove carriere di funzionari in Europa e nel mondo. Resta il fatto che i due terzi dell’emigrazione sono ancora composti da chi si sposta per lavori più umili. «Quella è un’emigrazione difficile da raccontare perché chi parte lo fa illegalmente o con un visto turistico» conclude Sanfilippo.
«L’interesse verso la cultura italiana cresce a tal punto che delle 423 sedi che abbiamo nel rìiondo, il 70 per cento oggi è diretta da un presidente straniero» spiega Alessandro Masi, segretario generale della «Dante Alighieri», società che da 120 anni organizza corsi per promuovere lingua e cultura italiana all’estero. Non si parla più il globish nei Paesi anglofoni o il talian in quelli sudamericani, commistioni di dialetti italiani e slang locale. «Gli italiani nati all’estero imparano la lingua locale e l’italiano per fare un favore al nonno, aggiunge Masi. Se vogliamo che un giorno tornino in Italia dobbiamo rendere spendibile il titolo linguistico conseguito all’estero: per questo le scuole devono garantire un’offerta qualificata perché è cambiata radicalmente la figura dell’emigrante».

"Salviamo l'Italiano"

"Salviamo l'Italiano", intervista ad Alessandro Masi della Società Dante Alighieri

Importante intervista della Società Editrice Fiorentina, tradizionale casa editrice di Firenze, sullo stato di salute dell'Italiano.

La lingua da salvare "L'italiano è ferito, assedio senza confini" congiuntivi stravolti e non solo. La lingua italiana soffre a casa propria e anche all’estero. La Società Dante Alighieri: va rilanciato a scuola e in Europa.
Alla fine del riquadro di spiegazione ne sarà proposta anche la traduzione in inglese, ripresa dal lemmario Italiano-Inglese del Ragazzini 2010.
«Sì, un regresso c’è. E’ in atto. Ma rispetto a quando? Se paragoniamo la situazione attuale con quella degli anni Cinquanta stiamo meglio adesso».
Alessandro Masi, classe 1960, è il segretario della Società Dante Alighieri, presieduta da Bruno Bottai. Nata nel 1889 grazie a un gruppo di intellettuali guidati da Giosuè Carducci, la Società ha come fine, come recita l’articolo 1 dello Statuto, di «tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana».

L’italiano non sta bene?

martedì 2 febbraio 2010

Alessio Paternesi: nel giardino della pittura all’inizio della forma


La storia delle emozioni del mondo ci dimostra che, in assoluto, non esiste un’intensità ed una straordinarietà pari a quelle che il cuore di un uomo sente nel momento in cui decide di dedicarsi con passione al dono di se stesso attraverso l’arte. E può trattarsi di un’arte che si lasci cantare nell’aria grazie alla melodia di note armoniose o scrivere su un foglio con l’inchiostro di mille parole poetiche; che si lasci disegnare su una liscia tela di seta o scolpire sulla forte materia in attesa di forma e di vita; che si lasci, infine, recitare tra le maschere di un celebre palcoscenico o modellare con le mani sulle colline morbide della creta. Allo stesso modo può trattarsi di un’arte che racconti la gioia o il dolore, la morte o il respiro vitale, la dolcezza o la freddezza, la paura o la speranza. In ognuno di questi casi l’attimo artistico si colora di un sentimento difficile da descrivere e da interpretare se non si penetra nell’opera con l’amore e la comprensione di uno sguardo che si perde nel rosa spesso in apparenza incomprensibile dell’orizzonte.
Con questo spirito completamente posto al servizio dell’ascolto più profondo si può meravigliosamente penetrare nei dipinti e nelle sculture di Alessio Paternesi, e scoprire così l’immenso valore del silenzio e della serenità, colonne portanti dei suoi lavori e della sua arte, che gli permettono con estrema facilità di conquistare una purezza incredibile, estranea totalmente ad ogni genere o corrente del passato, al di fuori del tempo e libera da qualsiasi vincolo nei confronti di categorie ben delineate. Certo è innegabile ed addirittura appassionato l’amore artistico di Paternesi per i grandi maestri del Rinascimento, in particolare per Piero della Francesca, e per gli artisti contemporanei universalmente affermati tra cui Pirandello e Picasso, ma la sua scultura e la sua pittura, intrise delle indimenticabili origini etrusche dell’artista ed avvolte di un’atmosfera che oscilla tra l’arcaico e l’enigmatico, hanno reso unico il modo di Paternesi di fare e di donare arte allo sguardo innamorato di chi la contempla.

ROMA: TERZO APPUNTAMENTO CON I GIOVEDÌ DELL’ARTE IN PALAZZO FIRENZE. INCONTRO SU PIETRO TOESCA E L’ARTE MEDIEVALE

Giovedì 4 febbraio alle ore 17.30 presso la Sede Centrale della Società Dante Alighieri,
in Palazzo Firenze (Piazza Firenze 27, Roma), si svolgerà il terzo incontro del ciclo di conferenze dedicato agli storici dell’arte italiani vissuti tra Otto e Novecento: Edith Gabrielli parlerà di Pietro Toesca, autore di fondamentali contributi sull’arte medievale. Seguirà l’intervento di Massimo Oldoni sull’arte e la letteratura del Medioevo nell’immaginario contemporaneo.

Terzo appuntamento con i “Giovedì dell’Arte” di Palazzo Firenze: giovedì 4 febbraio alle ore 17.30 a Roma, presso la Sede Centrale della Società Dante Alighieri (piazza Firenze 27), per il ciclo “L’occhio del critico. Storia e storie dell’arte”, si parlerà di Pietro Toesca, autore di fondamentali contributi per lo studio dell’arte medievale e dei riflessi che l’arte e la letteratura del Medioevo hanno avuto sull’immaginario contemporaneo. Interverranno Edith Gabrielli (Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Roma) sul tema “Pietro Toesca. Il riscatto del Medioevo italiano”, e  Massimo Oldoni (Università di Roma “La Sapienza”) su “Arte e letteratura del Medioevo nell’immaginario dei tempi presenti”.

lunedì 1 febbraio 2010

“Giovedì dell’ Arte”

Nella storica sede di Piazza Firenze, vicino al Parlamento, sono ripresi i “Giovedì dell’ Arte”: gli attesi appuntamenti settimanali su temi d’ arte e cultura organizzati periodicamente dalla “Società Dante Alighieri”, l’ente – fondato, nel 1889, da Giosuè Carducci – che da centoventi anni promuove la diffusione della lingua e della cultura italiane nel mondo.